Manuela Ferrando Torchio e Pennello
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Ferrando
 

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Chino Bert – Stilista giornalista, critico d’arte:
Figlia d’arte, formatasi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, Manuela Ferrando s’impone per la sua sensibilità nei colori e per la sua padronanza nella tecnica pittorica.
Il suo è un cammino artistico antropologico che oscilla tra mito, cultura, fantasia sconfinando nel sogno: a volte naif, altre realistico.
Manuela rivela l’esigenza dell’animo che recepisce e vive una realtà più profonda e meditativa. Il quotidiano della vita della nostra giovane artista viene inconsciamente trasformato in sogno e sublimato in atmosfere romantiche, luminose
Nella sua tavolozza brillano i gialli, i rossi, i blue mouves-violacei ed i verdi aciduli… E poi ancora i terra, i bianchi ed i cotti.
Manuela inizia oggi un cammino d’arte sfrondato dall’accademismo formativo per creare un linguaggio ed uno stile personale ed originale e, siamo certi, riuscirà a svelare la ricchezza della sua poliedrica personalità.
Nel suo Studio “Tornio e Pennello” alternerà la pittura con la ceramica … E sarà successo!!!

Prof. Gianni Latronico – Critico d’arte:
Manuela Ferrando comincia la sua carriera artistica nell’ambito figurativo dei maestri classici, con una vena romantica. Ben presto si accorge che la limitatezza del disegno ornato non si confà al suo carattere vulcanico e poliedrico; così intraprende la strada dell’informale, spezzando le catene di tutte le remore, le pastoie e le regole della pittura tradizionale. Segni sognanti, forme suadenti, volumi rotolanti, figure evanescenti caratterizzano la ribellione ad ogni restrizione e la libertà di esprimere il suo innato talento artistico in tutte le sue variegate sfaccettature. Il disegno non sottende più l’immagine ed il colore la fa da padrone, seguendo i f lussi e riflussi della sua coscienza, in perenne ebollizione.
Ad Albisola rimane colpita dalla bellezza delle pitture su ceramica e decide di trasferire su tela la tecnica, la suggestione, l’incanto della ceramica, arricchendola delle sue precedenti esperienze e del suo bagaglio culturale. Si inventa uno stile divisionista tutto suo, con plaghe di colore squillante, racchiuse da linee luminose di demarcazione.Casette linde e pinte; cespugli verdi e crespi; barchette dondolanti e variegate punteggiano i suoi accattivanti dipinti.
Figure, dai contorni ben delimitati, vengono esposte ad una luce straniante, che le mette a fuoco. Nature morte, spiagge assolate, alberi sempreverdi invitano ad elevare l’animo al sublime, all’eccelso, all’infinito. Qui il figurativo sfocia nell’astratto ed a Manuela piace alternare i due stili ed a volte fonderli in un unico quadro, come espressioni simultanee del suo spirito. Nell’ incantesimo della sua pittura moderna c’è qualcosa di nuovo e di antico, di déjà vu e di jamais vu, di contemporaneo e di classico, rispecchiando sempre i suoi mutevoli stati d’animo.
La resa del suo processo d’introspezione è perfetta, accattivante ed avvincente per l’abilità tecnica e per l ’armonia della composizione.

Myriam Latronico – Critico d’arte
Inauguriamo il nuovo anno con l'opera di una giovane artista, Manuela Ferrando, una ragazza che cela dietro la bellezza del suo sguardo un incessante desiderio di scoperta, dietro il luccichio dei suoi occhi una insaziabile curiosità. Gli studi accademici non le sono bastati a placare la sua indole inquieta, che l'ha spinta a sperimentare nuovi linguaggi per superare gli schemi e le rigide costrizioni imposte dalla tradizione, le convenzioni ferme e rassicuranti dell'arte figurativa, per cercare nuovi modi espressivi, nuove tecniche di pittura, nuove sensazioni visive. Manuela ha preferito imboccare una strada nuova, andare oltre le regole accademiche per riuscire a dar voce alla sua intima visione del mondo e ridurre la complessità del reale alla semplicità minimalista degli elementi che lo compongono. Arriva così a riproporre la figurazione attraverso forme immediate, essenziali, quasi simboliche, affidando a colori accesi, pieni, solari il compito di mettere a nudo il suo mondo interiore, quel turbinio di pensieri, sogni e passioni che la agita alla continua ricerca di orizzonti sempre nuovi.
Eppure, nonostante la vocazione dadaista e l'adozione della tecnica divisionista, l'ironia che contraddistingue il suo linguaggio pittorico non è carica di rabbia o violenza, ma di gioia e libertà, non mira a demolire o contrastare la realtà, bensì a ricostruirla e caricarla di un nuovo senso. E questa non è una contraddizione: è il suo personale modo di esprimersi. L'opera di Manuela non è il risultato di una fredda analisi concettuale, ma la sintesi espressiva scaturita dal rapporto dialettico tra i diversi linguaggi appresi nel tempo e la sua visione positiva della vita e del mondo.

   
 
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