Eravamo nel XV° secolo, quando l´orafo fiorentino Maso Finiguerra, nel 1452,
stampò sulla carta l´impronta di un suo niello, e nacque così l´idea di creare matrici
per stampare le parti incise nella lastra di metallo, anziché, come nella xilografia,
quelle in rilievo, vengono riempite con un particolare smalto nero (niger,
nigellus, da cui niello).
Fu forse un caso, perché Finiguerra non incise specularmente
in modo che l´immagine e la scritta apparissero stampate nel verso giusto;
tuttavia, Vasari lo considerò lo scopritore della calcografia, cioè della grafia
sul rame (khalkòs, in greco).
In breve: si incide la lastra, la si riscaldata, si stende l´inchiostro in pasta
spingendolo con una spatola di cuoio in tutte le sue parti incavate;
poi si pulisce perfettamente la sua superficie in rilievo, attenti a non asportare
l´inchiostro depositato nelle parti incise, che costituiscono il disegno da stampare;
alla fine vi si stende sopra il foglio inumidito, quindi un feltro molto spesso,
e si passa sotto lo speciale torchio.In merito alla scoperta, però, non ci sono notizie
sicure; infatti, per un certo A. Donjean, né Finiguerra né i suoi compatrioti
che lo imitarono, ebbero "l’idée de transporter ce procédé dans l’impression des
estampes"; per lui, la scoperta è attribuibile a un anonimo Maestro di Basilea, il
quale procedette con questo sistema, per la prima volta, alla stampa di carte da
gioco nel 1466, o, secondo altri, negli anni dal 1430 al 1445
Comunque la scoperta si rivelò importantissima per le sue caratteristiche tecniche
che permettono di eseguire col bulino disegni finissimi e ombreggiature a
tratteggio sottile ed anche a punteggiato.
La stessa sorte d’incertezza pare sussista anche per l’inizio, o la scoperta o
l’idea, dell’uso dell’acquaforte sul rame. Per alcuni fu del Durer, e per altri, invece,
fu di Wenceslas d’Olmutz. Comunque sembra che il Parmigianino sia stato
il primo a capirne e utilizzarne le grandi possibilità di espressione artistica
diretta. Infatti, come l’incisione del legno,
così l’incisione del metallo col bulino,
venivano generalmente effettuate da artigiani specializzati i quali copiavano
i disegni degli artisti. Più tardi vi si dedicheranno artisti come Piranesi, Tiepolo,
Rembrandt, Goya, e tantissimi altri, disegnando direttamente sulle lastre verniciate
e creando così opere dall’impronta fresca e personale.
Per concludere questo discorso sulla calcografia, ricorderemo che, come per le
altre arti di incisione, per essere considerata opera originale e non riproduzione,
deve derivare da una matrice incisa dall’artista e preferibilmente da lui stesso
stampata.